Porto Mirabello ci tiene particolarmente a offrire una vera e propria esperienza gourmet a chi sceglie di ormeggiare lungo i suoi moli. Sono già ben noti i servizi a capitani, ospiti e armatori. Anche l’offerta gastronomica di Porto Mirabello è sempre ben apprezzata. Oggi intervistiamo Oscar, del ristorante Akua, interno alla nostra struttura.
Cosa vuol dire avere un ristorante a Porto Mirabello?
È una questione di orgoglio, è uno degli angoli più belli della città, la prua di una barca in mezzo al mare. È bello, punto.
Ammettiamo che Porto Mirabello abbia una clientela non italiana: quali piatti consiglierebbe per conquistarli?
I piatti italiani. Io sono molto orgoglioso di un piatto creato molti anni fa: le penne imperiali. Era un accostamento strano che veniva fatto con scampi, pomodoro e panna. Scimmiottava le penne alla parigina che invece della foglia di basilico ci si mettevano gli scampi. Ha avuto un grosso successo e la ricetta è stata anche pubblicata da un paio di giornali: uno era Cucina Mond. L’altro era Mondo Sommerso. E adesso le penne agli scampi si fanno, non dico in tutta Europa, ma in tutta Italia di sicuro.
Il risotto fantasia, un qualcosa fuori dalle normale regole in cucina perché viene cucinato tutto a crudo, è un risotto che ha molto successo. Noi abbiamo un mare fortunato perché è profondo, non raggiunge grandi calorie, molto salato, quindi i pesci che prendiamo dal nostro mare sono solidi, molto colorati, così belli da sembrare finti a volte.
Io ho 71 anni e da piccolo mi trovavo in barca con le mie zie. La prima cosa che facevano quando pescavano un moscardino o una seppiolina, mangiavano i baffi. Li mangiavano crudi perché erano saporitissimi… e la cosa finiva lì. Una sorta di sushi ante litteram. Ora il pesce crudo è di moda ma noi l’abbiamo sempre mangiato. Fa proprio parte del sentore di cucina mediterranea. Noi tutt’ora mangiamo la mazzancolla cruda, lo scampo crudo, il gambero viola crudo, il carpaccio di branzino che io faccio su ordinazione.
Pensa che il cibo possa essere ancora una forte leva per attirare viaggiatori e turisti?
Il cibo è un piacere. Spesso si possono concludere migliori affari davanti a un buon piatto di spaghetti allo scoglio, preparato a dovere, che rinchiusi per ore in una sala riunioni. La tavola è un punto d’incontro dove tante volte si risolvono tantissimi problemi. Quando una persona gode, mangia bene e beve bene è più predisposta a tutto.
Porto Mirabello sta dando molto a una città come La Spezia: è d’accordo?
Penso che La Spezia non lo sappia, penso che la città non sia in grado di dare il giusto valore a questo posto. Fanno la corsa a spendere meno ma le nozze con i fichi secchi non si fanno. Questo posto dovrebbe essere una chicca dell’Italia, non solo di La Spezia.
Coloro che danno i giudizi ai locali, dovrebbero fare recensioni non per quello per spendono ma per quello che assaggiano. Sarebbe opportuno che imparassero a mangiare i giusti prodotti, di puntare alla bellezza della città e non alla bruttezza, allo sporco, al vivere male, all’ordinario. E questo è un peccato perché La Spezia ha grandi potenzialità.